Vorrei solo una vita mia…è l’unico augurio che faccio a me stesso. Solo mia.
In base alla quale potrò, mentre starò spegnendomi, dare la colpa delle mie azioni a nessun’altri che non sia io; così qualora ci siano meriti.
E viverla, viverla…con la mente sgombra e l’approccio dell’eterno viaggiatore, dello straniero perpetuo.
Alcuna privazione: il rimorso derivatone sarebbe duro da sopportare.
E un sitar.
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