martedì 27 maggio 2008

McWords'


Non ho nulla dire.


E, per iniziare, ho detto già qualcosa. Nonostante questa frase non porti a nulla di utile, innovativo, che serva veramente ad uno scopo, sto scrivendo frasi di senso compiuto (almeno grammaticalmente parlando!), con un significato, ma che esprimono niente. E niente vuol pur dire qualcosa…


Spreco?


Possiamo intendere qualcosa del genere, che viene prodotto di più di quello che si necessiti?

Se i miei muscoli del braccio “consumano” energia nello scrivere niente, io spreco energia. E noi ne sprechiamo tanta. Anche dicendo cazzate.

Le cose evidentemente son cambiate. Nell’antichità gli amanuensi per risparmiare sulle pergamene utilizzavano simbologie, abbreviazioni, non lasciavano spazi tra le parole. E si trattava dei fondamenti primi del nostro sapere.

Si chiama economia della parola. E anche in altri ambiti la parola economia entra prepotentemente sulla scena: è tutta una questione di costi. Che prevedono delle risorse, le quali si trasformano in qualcos’altro. Ne è valsa la pena sprecare un tot di una determinata risorsa per produrlo? Che impatto ha questo su noi stessi, su ciò che ci circonda…?

Peccato che oggi non si voglia dare una risposta a questo quesito legittimo, diciamo anche “sostenibile”. Credo dovrebbe essere anche una questione di etica e non solo economica, per quanto già questo basti a giustificare l’impellenza di una pronta risposta. Quindi,


Prego, depositare ogni tipo d’ipocrisia ed egoismo prima di rispondere. Grazie.


(L'immagine: Banksy, Napalm, 2004)

Nessun commento: